03/06/14

CH - 3

CORPUS HERMETICUM

— Libro III —
DISCORSO SACRO DI ERMETE

Trattato attribuito a Ermete.
[1-2] L’universo, la natura sono divini. Dio è principio, natura, attività, necessità, fine e rinnovamento di tutti gli esseri; Egli è intelletto, natura, materia; è la saggezza volta alla rivelazione di tutte le cose. In principio c'era "tenebra infinita nell'abisso",1 acqua, caos degli elementi descritto come "natura umida"; un "soffio sottile", dotato di capacità intellettiva, era l'aspetto divino presente nell'universo non ancora formato. Poi dalla natura umida si staccò una "luce santa" e si innalzò; mentre tutte le cose erano ancora indefinite, gli elementi si condensarono e si separarono per azione del fuoco e del soffio vitale: quelli leggeri salirono verso l'alto, quelli pesanti si depositarono in basso sulla "sabbia umida".2 Allora apparvero le sfere celesti e gli dèi sotto forma di astri, uniti in costellazioni; il cerchio più esterno, trascinato dal soffio divino, cominciò a volgere con moto circolare nell'aria abbracciando il tutto.
[1] Gloria di tutte le cose è Dio, e l’universo è divino, la natura è divina. Principio di tutti gli esseri è Dio, che è intelletto, natura e materia, che è saggezza volta alla rivelazione di tutte le cose. Il divino è principio, è natura, attività, necessità, fine e rinnovamento. 
C'era tenebra infinita nell’abisso, e acqua, e un soffio sottile, dotato di capacità intellettiva; questi elementi esistevano nel caos, grazie alla potenza divina. Da qui una luce santa si staccò dalla natura umida e si innalzò; gli elementi si condensarono e tutti gli dèi divisero gli esseri della natura germinale. [2] Mentre tutte le cose erano indefinite, non ancora formate, gli elementi leggeri si separarono e salirono verso l’alto, quelli pesanti si depositarono in basso sulla sabbia umida; il tutto si era diviso in parti per azione del fuoco, e veniva trasportato dal soffio vitale. E il cielo apparve in sette cerchi, e gli dèi si mostrarono alla nostra vista sotto forma di astri, uniti in costellazioni; la natura celeste si configurò nel suo aspetto con gli dèi in essa contenuti, e il cerchio esterno si volse con moto circolare nell’aria abbracciando il tutto, trascinato dal soffio divino nella sua corsa circolare.
[3] Ciascuno degli dèi realizzò il compito assegnatogli, secondo la propria facoltà, e così nacquero tutti gli esseri viventi, animali e piante. Poi Dio ordinò che fossero creati gli uomini e per mezzo degli dèi pose un'anima in ogni corpo. Gli uomini avrebbero dovuto crescere e moltiplicarsi; dominare tutto ciò che esiste sotto il cielo; conoscere e contemplare la natura, il cielo, la potenza divina; discernere le cose buone dalle cattive; scoprire le arti per creare le cose buone.
[3] Ciascun dio realizzò secondo la propria facoltà ciò che gli era stato assegnato, e così nacquero gli animali, i quadrupedi, i rettili, gli acquatici, gli alati, e ogni seme germinale, l’erba e il germoglio di ogni fiore, e in sé avevano il seme della rigenerazione. Dio ordinò poi che fossero creati gli uomini, affinché conoscessero le opere divine, affinché dessero testimonianza dell’attività della natura,3 affinché si accrescessero di numero, affinché dominassero tutto ciò che esiste sotto il cielo, affinché riconoscessero le cose buone, affinché crescessero e si moltiplicassero. Pose ogni anima nella carne del corpo per mezzo degli dèi che si volgono nel cielo. [...]
[4] Comincia allora per gli uomini l'esistere, costituito di nascita e morte, crescita e decrescita, dissoluzione e rinnovamento; con la possibilità di evolvere e divenire saggi, secondo la sorte assegnata loro dagli dèi. Tutto secondo una legge di necessità che regola il cosmo intero, giacché divino è l'ordinamento del mondo e il suo rinnovamento naturale.

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NOTE
1 Si apre qui una cosmogonia simile a quella esposta nel Poimandres, ma l'ordine iniziale appare invertito: non si comincia dalla luce, ma dalla tenebre, come in Genesi.
2 La sabbia umida è uno degli elementi primi della cosmogonia egizia.
3 Nei testi ermetici è frequente il tema della creazione dell'uomo per la necessità di un contemplatore delle opere divine.
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